Un pedagogista anticipatore.

Purtroppo qualche giorno fa è deceduto l’amico pedagogista Amilcare Acerbi, punto di riferimento nel settore dell’educazione legata al gioco. 

Aveva iniziato ad occuparsi di interventi e studi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza all’inizio degli anni 70, partendo dai difficili quartieri della periferia milanese per poi coordinare, dal 1975 al 2002, i servizi educativi di importanti città come Cremona, Torino e Pavia.

Si era sempre speso per creare connessioni e sinergie tra tutte le realtà italiane che utilizzano soprattutto il gioco come metodo educativo, sostenendo che “la dimensione ludica consente di aumentare la sicurezza e l’autonomia anche nei ragazzi più fragili, riuscendo a creare gruppo e piacere di stare insieme”. E’ stato direttore di Giona, l’associazione italiana delle città in gioco, autore di molti saggi di pedagogia e cultura ludica, ideatore, insieme a Daniela Martein, del suo studio pedagogico di consulenza e progettazione pedagogica di Pavia.

Con Amilcare abbiamo lavorato più volte in giro per l’Italia: a Perugia per il festival “Figuratevi”, a casa sua, tra Piacenza e Cremona, per il suo festival “Favole in Festa”, a Gradara per la manifestazione “Gradara Ludens”, e poi a Bari, a Narni, a Udine e in tante altre città in cui ci siamo incrociati per i tanti progetti che seguiva. L’esperienza più bella insieme però è stata quella de L’Aquila: Amilcare ci coinvolse nella realizzazione del cortile di gioco della scuola di Paganica, una frazione fortemente colpita dal terremoto del 2009. Dato che la scuola era inagibile, la Regione Lombardia aveva deciso di donare alla città una nuova scuola, composta da container, provvista anche di giochi esterni progettati da Amilcare e realizzati da noi, in collaborazione anche con i colleghi torinesi di Valdocco.

Fu una corsa furibonda, ma riuscimmo ad ultimare tutto in tempi record, con Amilcare che da Piacenza non ci mollava un attimo e che, tra telefonate e mail, voleva essere sempre aggiornato sugli sviluppi del progetto. Alla fine venne un bel lavoro, anche se era stata per tutti noi la prima esperienza di street-painting (o ludo-painting on the road)…una novità, come tutte le sue idee, innovative ed anticipatrici.

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